Dacia – Bigster, Jogger e nuova Duster per arrivare al milione
- 26 Gennaio 2023
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Innanzitutto, le conferme. La Bigster, finora un prototipo, ma destinata a incarnare il futuro della Dacia come Suv del segmento C, arriverà nel 2025. Prima di lei, già nel 2024, sarà il turno della nuova Duster. Mentre per l’anno appena iniziato, le novità più importanti saranno la versione elettrificata della Jogger, la Hybrid 140 (come i suoi cavalli) e la Spring 65 CV. Il marchio rumeno, sempre più strategico nel gruppo Renault come “cash machine”, ovvero macchina da soldi, punta a crescere e a delineare la sua identità “essential”, ma non più low-cost. E lo dimostrano i dati record del 2022, presentati in conferenza stampa di inizio anno nella rinnovata concessionaria Paglini di Castellanza, in provincia di Varese. La prima, dopo quella di Roma, l’aprile scorso, ad adottare la nuova immagine, con la scritta stilizzata e portata orgogliosamente, oltre che negli showroom (86 nella Penisola, abbinati a quelli Renault, ma con mandati separati), anche sul portellone di tutti i modelli, mentre sulla griglia anteriore campeggia il cosiddetto “Dacia link”, formato dalle consonanti DC stilizzate. Un logo che ha già tenuto a battesimo 37 mila ordini di nuovi modelli, solo in Italia, dal giugno scorso. La definiscono strategia per dare valore al brand, perfettamente inserita in quella Renaulution annunciata da Luca De Meo esattamente due anni fa. Insomma, come abbiamo scritto da poco, la Casa dell’Est Europa, che ha compiuto un cammino per certi versi simile a quello della Skoda in orbita VW.
Numeri e strategie. La Dacia, in pochi anni, ha superato le 570 mila auto vendute nei dodici mesi. E presto potrebbe spingersi molto oltre, fino al simbolico traguardo del milione di vetture. Le chiavi del successo del marchio sono state ribadite da Guido Tocci, managing director Italia. In tre punti: Design-to-cost, ovvero puntare sull’essenziale, prevedendo oggi quello che sarà davvero importante per gli automobilisti tra tre anni (i tempi tra progettazione e mercato); piattaforme Renault già ammortizzate nei costi di sviluppo; ultimo, la semplicità, fatta di chiarezza nell’offerta, combinazioni limitate (400 quelle per l’intera gamma) e, com’è noto, zero sconti. In un mercato totale Italia 2022 che è sceso del 10%, la Dacia è cresciuta del 9%, con una quota arrivata al 5,1%, e piazzandosi al sesto posto tra i marchi (era nona nel ’21). Risultato ancor più notevole se si guarda il mercato dei “privati” (ovvero escludendo le sempre più rilevanti flotte aziendali): se il mercato scende del 16%, il marchio rumeno segna +16%, con una quota dell’8,3% che la fa balzare al 4 posto, terzo se si considerano solo gli “stranieri”.
Nessun pericolo di cannibalismo. Di fronte al successo della Dacia, ci sono rischi per il primato della Renault? Tutt’altro, spiega Tocci, perché il ruolo del marchio rumeno è proprio quello di sfruttare il know-how della Casa madre francese nella catena di redditività del gruppo. Insomma, per i prossimi anni, con l’arrivo di nuovi modelli sempre più apprezzati (e tenendo conto che ormai nove clienti su dieci scelgono le versioni più accessoriate, alla faccia dell’immagine low-cost) la strada sempbra ben tracciata. Ma con la svolta elettrica? Per ora nella gamma figurano la Spring, derivata dalla Zoe, e sarà inserita a breve la Jogger Hybrid. Ma cosa succederà quando anche la Dacia sarà costretta ad aumentare i prezzi di listino a causa dell’introduzione di versioni a batteria? “Questo tema non è ancora stato aperto”, conclude Tocci. Citando il ceo del marchio Denis Le Vot: “Fino al 31 dicembre 2034 venderemo motori termici”. E, in ogni caso, sempre più puliti. La sorpresa per il futuro potrebbe riguardare il Gpl, nicchia nella quale la Dacia è numero uno (tre auto su quattro sono vendute in versione bifuel). Una Euro 7 con versione a gas e cambio automatico della Sandero. “perfetta per le città italiane”, spiega Tocci. Ultima domanda: perché non pensare a una full hybrid a Gpl? “Per ora non è nei programmi”.